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Domenica 26 aprile, il commento al Vangelo di don Luigi Verdi

“Dio non sta comodo nei palazzi dei Re né, come Satana, sul pinnacolo del tempio a giudicare il mondo, Dio come dice Gandhi, cammina a piedi, è attento alle sfumature, vede tutti i dettagli. La differenza non è tra chi crede in Dio e chi non crede in Dio, ma tra chi cammina e chi ha smesso di camminare”. Si apre così il commento di don Luigi Verdi al Vangelo di oggi, dedicato all’apparizione di Gesù ai discepoli, sulla strada verso Emmaus.
Ne anticipiamo un altro passaggio: “Impariamo da Gesù un modo nuovo per riavvicinarci a chi, chiuso in casa, triste, impaurito, ora ricomincerà a uscire.
Compiamo i gesti di Gesù. Lui si avvicina come un compagno di viaggio, senza farsi riconoscere, Lui condivide il loro dolore: “perché siete tristi”, dice loro e, meraviglioso, fa finta di andare via, devono essere loro a dire “Ci batte il cuore, rimani con noi”; solo alla fine spezza il pane con loro.
Questo è il momento in cui la messa, l’eucarestia non sono così dovute come prima, bisogna guadagnarcele. E allora bisogna fare l’opposto di prima: invece di partire da lì, dobbiamo prima essere compagni di viaggio delle persone, condividere il loro dolore, lasciarle libere. Quel pane, alla fine, avrà un grande sapore”.

Domenica 26 aprile, commento al Vangelo di don Luigi Verdi