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ERMES RONCHI: “L’incontro con padre Vannucci mi ha cambiato la vita”

Giovanni Vannucci è da sempre, per Romena, il compagno di viaggio più liberante, più stimolante, più profetico. Per incontrarlo siamo andati a leggere tutti i suoi scritti, a conoscere i suoi ambienti e i suoi amici. Vi proponiamo un breve racconto di chi l’ha conosciuto direttamente: padre Ermes Ronchi, teologo e scrittore, grande amico di Romena.

“Custode della luce” è a biografia di Giovanni Vannucci scritta da Massimo Orlandi che disponibile anche in formato e-book (a soli 5 euro).
Con un semplice click si potrà leggere su computer, smartphone, tablet o e-reader il cammino di questo “pellegrino dell’Assoluto” le cui parole, a oltre trent’anni dalla sua morte, si leggono ancora al presente.

“Io sono un frate servo di Maria, dell’Ordine stesso di padre Giovanni Vannucci che per noi è e rimane un ispiratore grande e vivo, ma sono qui soprattutto come suo gioioso debitore perché mi ha cambiato la vita. E sono convinto che solamente gli «incontri» ci cambiano in profondità, non le idee. Se noi cambiamo poco è perché abbiamo perduto l’arte di «incontrare» davvero.

La mia vita spirituale, che certo non è gran cosa, si divide comunque tra quello che ero prima di incontrare padre Giovanni e quello che divenni dopo. Lo spartiacque fu lui. E ricordo in quegli anni che passai da Dio come dovere a Dio come desiderio. Era il 1965, una settimana di esercizi spirituali a Udine nel nostro liceo, ero in seconda fila nella cappella. Ricordo la calma liberante delle sue parole e la voce quasi come fosse trattenuta, eppure se ne andava in pezzi come un velo nero che era posato sulla mia vita di giovane frate, se ne andavano in pezzi le incrostazioni di anni di formazione superficiale, e si gonfiava di vento nuovo una vela nascosta che non sapevo di avere.

In quell’anno, 1965, una mano sapiente e tenera, e al tempo stesso forte, ridipingeva la mia icona interiore, una nuova immagine di Dio, e Dio divenne un desiderio, e Dio divenne finalmente bello. E fu per me lo stupore di essere vivo nella fede, di essere libero”.