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Lidia Maggi e il “cantiere della speranza”

“Si può sperare mentre i nostri cari muoiono soli, mentre non ci è permesso accompagnarli nei loro riti funebri, si può sperare mentre il silenzio delle nostre case è rotto dal suono delle ambulanze?“

Lidia Maggi, pastora della chiesa battista, teologa, amica preziosa di Romena, dedica il suo intervento per il nostro percorso in “tempore famis” alla grande domande di questi giorni: si può sperare in questa situazione di di lutto e di dolore? “Dobbiamo pensare alla speranza – dice – come a una chiesa in costruzione. Ora la chiesa è solo un cantiere, e quello che possiamo fare è appoggiarci i primi mattoni. In questo intervento voglio condividere con voi il primo mattone che ci metto io. La casa. La nostra casa. La avevamo trascurata, era diventata un dormitorio, la vita si svolgeva altrove. Invece ora possiamo riscoprirla, riscoprire chi ci abita. Prenderne cura. Tornare ad abitarla. Io parto da qui. Questo è il mio primo mattone. Quale sarà il vostro?”

“Il cantiere della speranza” - Lidia Maggi