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Nostalgia sacra

Stamani mi sono svegliata, ho preso il mio cellulare e ho registrato il suono del “silenzio” della mia città. Era un silenzio pieno di Vita: i trilli di un uccello sconosciuto, il frusciare delle fronde, l’abbaiare lontano di un cane.

Lo voglio conservare questo silenzio, perché quando tutto questo incubo sarà finito, e torneremo al nostro quotidiano delirio di traffico, fretta e caos, mi assalirà una bruciante, apparentemente insensata nostalgia di questi giorni.

Sarà, invece, una nostalgia Sacra.

Se i tramonti, mai uguali a se stessi, che si dilatano ogni sera sul deserto dei tetti, non mi abbandoneranno, il silenzio lo perderò. Perderò anche il profumo buono della terra che sale fino alla mia terrazza e riempie le mie narici, la sera.

Devo quindi ringraziare anche di questo tempo, dilatato, mortifero, tiranno, che mi ha inchiodata alle quattro mura del mio appartamento, condannandomi ad una solitudine con cui faccio a pugni e faccio pace ogni giorno. Solitudine che scatena i miei incubi peggiori, quando lascio mano libera alla paura, ma apre in me orizzonti infiniti, quando mi faccio istruire sulla Speranza dal silenzio della mia città.

A volte, come i bambini, immagino che gli uccelli del cielo stiano in realtà discorrendo di noi esseri umani e allora io, di nascosto, li sto ad ascoltare.

Come si prendono gioco della nostra illusione di dominare il tempo! Dicono che siamo commoventi, nei nostri bozzoli di paura. Si stupiscono che, solo ora, ci siamo riappropriati dell’idea che la Morte esiste e che non possiamo controllarla. Sorridono della nostra disarmante incredulità, loro, che c’erano prima che Dio ci creasse per un folle eccesso di amore o di divina solitudine. Hanno tutte le ragioni per farlo, perché loro conoscono il mistero della Vita, ché sull’Albero della Vita ci hanno fatto il nido. A noi, invece, tocca fare giri immensi per tornare a rivederlo, eppure, oggi, possiamo tornare ad avere nostalgia di un Dio, che ci aspetta passeggiando, nella brezza del mattino, alla sua ombra.

Elisa R.

Padova